16 giugno 2008

Sguardi persi nel vuoto

Mi capita spesso di soffermarmi a guardare le persone che mi circondano quando sono nella metropolitana.
La prendo spesso, non amo usare nè la mia macchina per spostarmi in città (è un'inutile immissione di gas) nè gli autobus, che quasi sempre si fermano nel traffico. Ora nella metro, non c'è molta possibilità di guardare fuori, non c'è null'altro che una galleria buia e quindi c'è questa serie di sguardi fissi persi nei propri pensieri, angoscie, dolori, ansie, gioie e speranze che mi circondano. E quest'oggi ho di fatto per la prima volta notato il numero mostruoso di "escrescenze con fili" che uscivano dalle orecchie di tutti. Anche dalle mie, certo!
Tutti o quasi con lettori mp3, fissi ad ascoltare musica o qualche trasmissione scaricata in podcast. La cosa che mi ha all'improvviso illuminato su questo isolamento che ormai ci circonda in molti momenti e luoghi della nostra vita è stata un visione di tre amiche sedute di fronte a me. Che erano amiche, o quanto meno conoscenti, si capiva dal capo di una sulle spalle di un'altra e da un cenno di assenso all'indicazione della fermata a cui scendere dell'altra ancora. Però tutte e 3 avevano le loro belle cuffiette e tra di loro non hanno assolutamente parlato, tutte e tre immerse nell'ascolto della loro musica o quant'altro.
Anche io certo non sono da meno, metto le mie belle cuffie e non penso ad altro che alla trasmissione che ho sul lettore o al brano che ho voglia di sentire perchè mi rilassa. Ma tutto questo isolamento ci farà bene? Non è che poi ci si abitua talmente ad essere soli in ogni momento e situazione della nostra giornata, che alla fine ci ritroveremo una società dove l'asocialità è la regola? Non so ... da una parte prendere la metro, ascoltando la musica che mi piace, mi aiuta a sopportare meglio la ressa e la vicinanza di tanti esseri umani, che spesso con l'estate diventano un pochino ... "ingombranti", diciamo così. :-)
Dall'altra però mi chiedo se non sia un male isolarmi così dagli altri esseri umani. Ricordo che quando andavo a scuola, all'università e anche dopo al lavoro, l'autobus con la sua attesa alla fermata era un momento di "aggregazione". Si commentavano i ritardi enormi (specialmente a Napoli dove vivevo) delle corse. Si parlava del più e del meno, certo discorsi generici, molto spesso scontati nel loro contenuto, però a volte ci si faceva una risata, si scoprivano cose sconosciute (un bar segnalato per il caffè, un negozio con la svendita), scoprivo che quel film che avrei voluto vedere in realtà era una cretinata. E ho conosciuto anche persone che poi son diventate amiche.
Mio zio prendeva sempre l'aubus con un signore, la prima parola, la seconda ... e sono diventati amici, anche le famiglie. Mia zia quando è rimasta vedova ha trovato in questa coppia di amici conforto. Mia mamma che li ha conosciuti e frequentati, ha trovato in loro amicizia e conforto quando mia zia è morta.
Mi chiedo: se continuo ad ascoltare la mia musica nelle cuffiette potrò mai poter raccontare un giorno una storia di amicizia così bella?
A presto

5 commenti:

  1. Io, l'ammetto, anche se mi piacciono, cerco di non usare mai le cuffiette in pubblico...anche se poi leggo e non mi filo nessuno, pero' sto attenta , sento e posso sempre capire quello che succede attorno...lasciale a casa la prossima volta! :-)
    Condivido tutti i tuoi pensieri!

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  2. Ho letto il tuo post passato del P.I.F., posso "prendere in prestito" l'idea per il mio blog, vero? Mentre per quanto riguarda il tuo post attuale... io adesso vado solo in macchina però quando andavo a scuola e prendevo l'autobus usavo sempre il walkman (erano altri tempi) non tanto per non parlare con le persone, ma perchè è una noia mortale andare in autobus. E poi nessuno era ben disposto ad attaccare bottone con una sconosciuta! Tu sei una delle poche persone socievoli, allora! Ciao - Illy -

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  3. si è vero, in genere sono una di quelle che commenta alle file in posta, nei negozi, insomma mi piace il "contatto umano". Per questo l'idea dell'isolamento da cuffiette mi angoscia, anche se - Giò - ci ho provato ieri ad andare senza cuffiette ... non so ... però ci riproverò!
    grazie dei commenti!

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  4. @ Illy: Certo che puoi prendere in prestito il P.I.F.!

    ho cercato di lasciarti un commento sul tuo blog, per le foto dalla torre, ma non sono riuscita a trovare nessun link. Cmq complimenti!

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  5. è da tanto che non prendo un mezzo pubblico (carenza.. o qui hai l'auto o non riesci a prenderti manco il latte..)
    però anche io ricordo con piacere il tragitto scuola-casa e ritorno ... una tal confusione tra scherzi e risate che di sicuro un pensiero come il tuo non ci sfiorava nemmeno... e le cuffie... solo una perchè l'altra era per l'amica per ascoltare l'ultima di vasco!

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