07 marzo 2010

Awareness Week 2010





Devo essere sincera: ho difficoltà a parlare di me in modo molto personale qui sul blog. Anzi non solo sul blog, sono di quelle persone che proprio quando sono alla frutta rispondono alla domanda: "come stai?" con un: "non proprio bene".

Parto dal presupposto che tutti nella vita hanno i loro problemi, ansie, paturnie e non sempre si ha la capacità di farsi carico di quelli degli altri. A volte ascoltare altri problemi ci può far stare peggio, per questo motivo cerco di non investire le persone che mi circondano con i miei.

Però stavolta faccio un'eccezione.

Fino al 2000 non sapevo cosa fosse l'endometriosi. O meglio non avevo la piena consapevolezza di cosa fosse. Avevo letto qualche articolo, un argomento trattato di sfuggita, chiaramente un argomento assolutamente sconosciuto. Fu il mio medico in Texas di allora che me ne parlò e da li cominciò il mio approfondimento.

Avevo avuto fin dai primi tempi, mestruazioni molto dolorose, di quelle che ti fanno stare a letto col vomito e vuoi solo che passino in fretta. Poi con passare degli anni, cistiti quasi con frequenza mensile, dolori vari e costanti, stipsi e tanti altri disturbi.

Quando domandavo il perchè di tutti questi disturbi e cosa si potesse fare per alleviarli avevo sempre risposte superficiali: "vedrai i dolori spariranno col primo figlio". "La cistite l'hai perchè soffri di stipsi", il che poteva essere anche vero, ma in un quadro generale di disturbi avrebbe dovuto far nascere qualche dubbio.

Poi cercavamo un figlio e dopo tanto tempo la risposta fu: "sei stressata, vedrai che quando ti rilasserai non ci saranno problemi".

Vabbè ora so che tutte queste risposte erano frutto di superficilità, ma anche di ignoranza su una malattia che per molti neanche lo è: l'ENDOMETRIOSI. Ovviamente non ne faccio una colpa ai miei medici di allora.

E' una malattia subdola perchè viene scambiata per altre cose e non viene neanche considerata tale, nè da molti medici, nè dalla coscienza popolare e nè dalle strutture sanitarie che dovrebbero supportarti. Ed invece è una malattia che può essere molto invalidante e di certo ti condiziona la vita.

Sono iscritta da ormai 10 anni all'AIE e lì ho incontrato donne che veramente hanno avuto la vita stravolta da questa malattia.

Tutto sommato io sono fortunata: ho una sintomatologia che mi condiziona molto la vita, ma che non è "troppo invasiva" come alcune compagne di sventura: la mia giornata, le mie scelte ruotano attorno ai dolori che a volte non ti fanno neanche alzare dal letto, alla cistite che deve essere "evitata" perchè ormai viaggia su recidive di anche 2 volte al mese, alla costante presenza di antidolorifici nella mia borsa. Insomma tutto sommato una vità comunque c'è. Anche se non ci sono bambini ...

Mi sono decisa oggi a scrivere della mia endometriosi, perchè mi sembra giusto che questa malattia venga conosciuta sempre di più. Devo però riconoscere che si sta diffondendo una certa sensibilità al problema, anche perchè finalmente anche noi donne affette da endometriosi ne parliamo, senza più quelle remore dovute al dolore non solo fisico e molto intimo che ci affligge.

La settimana che va dall'8 al 14 marzo è la settimana della consapevolezza dell'endometriosi in europa e nel mondo, affinchè sempre più spesso questa malattia venga diagnosticata e curata in tempo, perchè si può. Non bisogna credere sempre che i disturbi e i dolori sono immaginari.

Per questo invito voi viaggiatrici del web, che di qui siete per caso passate o che qui ritornate per affetto ad approfondire la conoscenza dell'endometriosi: per voi, per le vostre figlie o nipoti.
Questo è il sito della Associazione Italiana endometriosi, qui troverete le informazioni sulla malattie, ma anche sulle numerose iniziative che l'associazione propone.

Ci rivedremo quanto prima con un bel lavoro scrapposo: anche lo scrap è terapia contro il dolore!
A presto

2 commenti:

  1. Mi ci sono precipitata subito invece e ho fatto bene. Purtroppo di questo problema non se ne parla ( ieri è venuto fuori il discorso con delle amiche e una non ne sapeva nulla.. ) e adesso mi sorgono i dubbi di soffrirne...ci sentiamo in privato..Comunque pubblica su fb qualcosa perché quello è un metodo veloce per diffondere le notizie!

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  2. §infatti Laura, se ne parla sempre troppo poco. Però il tuo suggerimento di FB è ottimo. Devo solo vedere come fare.
    un abbraccio

    RispondiElimina

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