14 febbraio 2014

Cucito! ... ma che fatica!

Si in effetti avrei potuto fare un abito da sposa per quanto tempo ci ho impiegato! :-) Diciamo che proprio portata non sono per il cucito.
Ma allora - vi domanderete - chi te lo fa fare? E ... non lo so! ... Cioè, so perchè ho deciso di cimentarmi: necessità, pura necessità.

Vi racconto tutto dall'inizio. 
Dunque tutti voi, noi, stendiamo il bucato no? a meno che non si abbia un'asciugatrice utilizziamo l'aria e il sole. 
La mia mamma era una manica del bucato: stendeva tutto in modo perfetto, senza pieghe, partiva dalla roba più grande sui fili più lontani a lei e quindi più esposti nel balcone all'aria ed arrivava a quella più piccola, tipo calzini e slip, su quelli vicini. Non c'era mai nulla un pò storto, non teso e quando tutto era asciutto riponeva stenditoio e mollette nel ripostiglio (una volta le case lo avevano tutte) così "non prendevano polvere" ... Forse era troppo maniaca! :-)

Fatto sta che noi figlie siamo venute su uguali. Tale madre tali figlie! 
Aveva realizzato un porta mollette e mia mamma tutto quello che faceva o comprava per lei, lo faceva o lo comprava anche per noi. E poichè io sono l'ultima figlia, nata anche dopo un pò di anni, avevo praticamente una casa arredata ancor prima di fidanzarmi! :-)

Comunque non voglio tirarvela per le lunghe, questo porta mollette, dopo decenni di onorato servizio ha ceduto e da qui la necessità di farmene uno nuovo


Eccolo qui. Mia mamma l'aveva fatto decisamente meglio, ma molto meglio!

Ora nel modello originale, che qui non posso proporvi perchè davvero in condizioni pietose, la gonnellina aveva più plissé. 
Quale gonnellina direte voi?
Ehm ... ehm ... quella che parte da sotto la cintola fantasia! Ma come non è evidente? :-)

Lo so ... dunque a mia discolpa c'è che ho usato materiali riciclati e quindi mi sono dovuta arrangiare: il vestitino è fatto con i residui di un vecchio jeans che era stato già ampiamente saccheggiato. Da qui l'impossibilità di un plissé decente della gonnellina applicata sul "vestitino".

La cintola e le bordature sono il residuo del gran foulard già riciclato per il mio porta kindle

Quindi tanta stoffa da utilizzare alla fine non è che ce ne fosse tanta! E poi ... sinceramente? Non mi sono fidata di me stessa e non ho voluto rischiare stoffa più decente.

Dal modello di mamma mi sono creata il cartamodello e da qui ho tagliato la stoffa. Nel cucire ho già capito i miei errori, sia nella fase di riproduzione del modello che di taglio della stoffa. Quindi me li sono appuntati.

Se mai lo dovessi rifare so che verrebbe molto meglio.
Certo ...... se cominciassi la produzione ora i pensierini di Natale 2016 sarebbero pronti ........ :-)

A presto.

06 febbraio 2014

M'illumino di meno 2014

Anche quest'anno Caterpillar, trasmissione pomeridiana di Radio 2, celebra la giornata del risparmio energetico.

Ormai sono anni che ve ne parlo, non rifarò qui la filippica su quanto spreco energetico ci sia nelle nostre case, sul posto di lavoro. Quanto poco inclini alla salvaguardia del nostro pianeta siano alcune delle nostre abitudini.

Non c'è bisogno che dica cosa comporta quasto nostro selvaggio attingere alle risorse naturali, senza dare nulla in cambio alla nostra "Gaia".

E' sotto gli occhi di tutti le immagini delle alluvioni di qualche giorno fa, ma anche di novembre, di ottobre, dello scorso anno e così via.

Il clima è ambiato è innegabile, è sotto gli occhi di tutti. E' necessario che nel nostro piccolo cambino le nostre abitudini, ma anche attivarci affinchè a livello centrale di governo del paese si adottino scelte che consentino - non dico un miglioramento perchè non penso sia possibile e perchè ci vorrebbero decenni - ma che consenta un arresto di questo lento morire del pianeta.

Lo so sono un pò "Savonarolizzata" su questo! Me ne scuso. Ma mi fa rabbia che le prossime generazioni debbano patire per i nostri comportamenti scellerati.

Quindi il 14 Febbraio prossimo, ma anche dopo nessuno lo vieta anzi! :-), "Illuminiamoci di meno!"

A presto

03 febbraio 2014

Four Italian Friends ... la ri-scoperta del Sud.

Questa volta le mie chiacchiere saranno rivolte alle mie origini. Chi mi conosce o mi legge sul blog, Facebook o Twitter sa che sono di Napoli e fiera di esserlo. 

In passato senza mai rinnegare le mie origini non mi sono mai molto interessata a parlare della città o della regione Campania e meno che mai del Sud in generale.
Ho sempre pensato in cuor mio che avevamo e abbiamo una ricchezza di cultura, di storia, di arte, di gastronomia, di paesaggi, e chi più ne ha più ne metta,  che ci rendevano una potenziale ricca regione.
Accanto a ciò ho sempre pensato che i peggiori nemici di Napoli siano i napoletani, così come per il resto del Sud siano gli stessi meridionali.

Negli ultimi anni - non dico l'età per carità! Me ne guarderei bene! - ma forse il fatto di aver lasciato la mia terra e di ritornarci solo sporadicamente ho sentito la necessità di condividere con i miei amici le bellezze in senso lato di Napoli e della Campania in generale.
Mi sono accorta di non essere l'unica meridionale a sentire questa necessità. 

Gli italiani in generale, non voglio restringere questo secifico discorso ai meridionali, sono un popolo di emigranti in senso ampio, nel corso della storia non ci siamo limitati ad andare all'estero, ma abbiamo attraversato questo stivale da Sud a Nord, ma anche viceversa.

L'emigrazione verso Torino e in generale verso la Pianura Padana negli anni del boom industriale, ma prima l'emigrazione dei Veneti artefici della bonifica dell'Agro Pontino. Storia raccontata in modo magistrale nel libro: Canale Mussolini di Antonio Pennacchi, e che caldamente vi consiglio.


 Ora tutto questo per raccontarvi un'avventura che insieme ad altri amici di origine pugliese abbiamo deciso di intraprendere: riscoprire il nostro Sud, nei punti più nascosti, nelle tradizioni più antiche, nei sapori meno diffusi, e raccontarlo agli amici e a chiunque vorrà seguirci.

Sorrento

 L'idea è nata perchè abbiamo voluto inizialmente raccontare i nostri luoghi a noi stessi: prima un viaggio in Cilento insieme, poi un viaggio in Puglia.

Una gita a Napoli, un fine settimana a Procida ... insomma abbiamo Ri-scoperto il nostro Sud e lo abbiamo raccontato. E lo abbiamo raccontato anche agli amici, non solo italiani, ma anche stranieri. Da qui l'idea di un blog che parli della nostra terra. In inglese perchè ormai tutti lo conosciamo, mentre gli anglosassoni non sanno l'italiano ... :-)  e perchè è più probabile che uno straniero non conosca la nostra terra, mentre un italiano si.
Ravello


Il blog si chiama Four Italian Friends perchè siamo quattro amici e sotto questo spirito vogliamo far conoscere le nostre terre. Non siamo stati molto originali direte voi! Lo so ... e per quanto mi riguarda è una grave onta visto che mi pongo come scrapper in primis! :-)



Lecce


Il nostro obiettivo è quello di far conoscere i "nostri posti"  sotto una luce diversa, meno turistica.

Far vivere il luogo come se si fosse del luogo, consigliare cose da fare fuori dai canali conosciuti, presenti nelle guide e quindi di per sè in parte snaturati.

Andare a visitare quel posto perchè intorno ad esso c'è una leggenda popolare, mangiare lì perchè la cucina è quella tradizionale casalinga.

Insomma consentire a chi vuole, di fare una esperienza diversa da quella prospettata dalle guide turistiche.

Trani
Immagino che ogni città, paese o contrada abbia qualcosa che ogni abitante conosce, ma che lo scrittore della guida turistica non ha scoperto! L'Italia è piena di queste meraviglie, un pò nascoste, molto abbandonate, che andrebbero rivalutate.

Questo periodo di pesante crisi economica dovrebbe far riflettere non tanto noi cittadini, quanto chi di questo paese decide la via da percorrere, di puntare sulle nostre eccllenze: arte, storia, cultura, cibo.

Del resto ci sarà un motivo per cui noi siamo qui da qualche migliaio di anni mentre altri nel pianeta no? :-)

Spero di leggere qualche vostro feedback in merito o anche solo le vostre esperienze.

Del resto chi mi segue su FB e su Twitter (un pò meno) sa bene la passione che mi spinge a parlare della mia terra.

La prossima volta vi mostrerò un qualcosa nella quale per la prima volta mi cimenterò: il cucito. O meglio non è tanto una prima volta ma quasi! :-)

A presto

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